domenica 28 dicembre 2014

ORTONA, 28 DICEMBRE 1943. QUELLO CHE NON TUTTI SANNO.




Il 28 dicembre 1943 all’alba una strana quiete pervase la città. 
Non si udivano più il rombo dei cannoni, né lo schianto delle mine. Con il blocco delle ultime sacche di resistenza dei tedeschi, erano cessati i combattimenti. Alle 8.15 circa Ortona era libera. Non si poteva comunque abbandonare la cautela. Il pericolo era rappresentato dalle mine disseminate tra le rovine e dai franchi tiratori che avrebbero potuto proteggere la ritirata dei tedeschi. Il paesaggio urbano che si offriva agli occhi dei superstiti quella mattina era tremendo: Ortona praticamente non esisteva più, era stata rasa al suolo. Dalle rovine spuntavano i cadaveri dei soldati canadesi e tedeschi e dei civili italiani. La città si era trasformata in un cimitero a cielo aperto.
La cifra totale dei caduti è spaventosa e sproporzionata per un obiettivo che non era considerato di vitale importanza (800 morti tedeschi, 1400 canadesi e oltre 1300 civili che non vollero abbandonare le loro case).
Per molti anni gli storici si sono interrogati sul perché di questa battaglia. Sono molti i quesiti a cui ancora oggi non si riesce a dare una risposta.

Perché i tedeschi si difendevano con feroce accanimento in una piccola cittàcostiera di piccolo valore strategico? 
Ortona era diventata un simbolo importante come Roma o la cattura della città era diventata una questione di prestigio nazionale?

Perché la sera di Natale si scatenò una sanguinosa battaglia che coinvolse anche i civili?

L'obiettivo era in realtà raggiungere Roma con una manovra da est? Per questo si parlava di Natale a Roma?

Perché il Generale Montgomery non cita questa battaglia nelle sue memorie?


Eppure Ortona rappresenta la prima battaglia in un centro urbano combattuta dalle truppe alleate sul suolo europeo
Inoltre, al termine di questa offensiva il Generale Montgomery verrà trasferito a Londra per organizzare il D-Day e sferrare l’attacco finale a Hitler, quindi perché non citare una vittoria?

Dalla ricostruzione degli eventi emergerà una terribile verità: che l’importanza della battaglia di Ortona fu il frutto di un tragico equivoco da parte dei comandi alleati e anche di un tranello teso dai tedeschi. Presto si trasformò però in uno scontro il cui esito avrebbe avuto un’enorme importanza dal punto di vista psicologico e mediatico. L’opinione pubblica americana, inglese, canadese in quel momento aveva bisogno di una grande vittoria e Ortona fu una benedizione per la propaganda alleata. In questo senso non fu affatto una vittoria inutile. Ma sul piano militare? 
Subito dopo la fine della battaglia alcuni ospiti giungono riservatamente in Abruzzo, per rendersi conto della durezza dei combattimenti appena terminati. Lo scopo della visita è convincere Stalin che sul fronte italiano si sta combattendo sul serio e che le lamentele del leader sovietico che accusa gli alleati di scarso impegno sul fronte occidentale per far sopportare ai sovietici l’impatto maggiore della guerra con la Germania sono ingiustificate. In un certo senso quindi la battaglia di Ortona doveva essere particolarmente feroce per essere usata politicamente nei rapporti con l’alleato russo.
(tratto da Ortona 1943: un Natale di Sangue, di Fabio Toncelli)

Ogni anno è doveroso ricordare tutti coloro che macchiarono con il loro sangue questa nostra terra. Venivano da lontano, non ne avevano mai sentito parlare prima di allora, ma la difesero strenuamente senza se e senza ma. A loro va il mio GRAZIE.

Nessun commento:

Posta un commento

Ti potrebbero anche interessare:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...